Il Giubileo porta con sé anche il riferimento all’indulgenza. Nell’Anno Santo della Misericordia essa acquista un rilievo particolare. Il perdono di Dio per i nostri peccati non conosce confini. Nella morte e risurrezione di Gesù Cristo, Dio rende evidente questo suo amore che giunge fino a distruggere il peccato degli uomini.
Lasciarsi riconciliare con Dio è possibile attraverso il mistero pasquale e la mediazione della Chiesa. Dio quindi è sempre disponibile al perdono e non si stanca mai di offrirlo in maniera sempre nuova e inaspettata.
Noi tutti, tuttavia, facciamo esperienza del peccato. Sappiamo di essere chiamati alla perfezione (cfr Mt 5,48), ma sentiamo forte il peso del peccato. Mentre percepiamo la potenza della grazia che ci trasforma, sperimentiamo anche la forza del peccato che ci condiziona.
«La Chiesa vive una vita autentica quando professa e proclama la misericordia – il più stupendo attributo del Creatore e del Redentore – e quando accosta gli uomini alle fonti della misericordia del Salvatore di cui essa è depositaria e dispensatrice» (San Giovanni Paolo II)
Nelle parabole dedicate alla misericordia, Gesù rivela la natura di Dio come quella di un Padre che non si dà mai per vinto fino a quando non ha dissolto il peccato e vinto il rifiuto, con la compassione e la misericordia.
Leggi tutto: O Dio che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono
In Gesù, Dio si è impegnato in maniera completa per restituire speranza ai poveri, a quanti erano privi di dignità, agli stranieri, agli ammalati, ai prigionieri, e ai peccatori che accoglieva con bontà. In tutto questo, Gesù era espressione vivente della misericordia del Padre.
Questa è la Chiesa: un popolo di pellegrini, di gente di strada, una famiglia che attraversa la porta che è Cristo, perché ascolta la sua voce, la riconosce nella confusione e nell'incertezza della vita.
La porta fa entrare in un'altra dimensione e permette di non restare prigionieri della propria.
Questa porta ci apre il cuore a tutta la città. La porta ci appare piccola ed è davvero stretta quando crediamo di poterla attraversare portando tutto e restando sempre uguali a noi stessi.
E per attraversare la porta dobbiamo aprire noi la porta alla sua misericordia! Non abbiamo paura di farlo entrare nel nostro cuore: bussa dolcemente, non si impone, non ci umilia.
(Mons. Matteo Zuppi, 12 dicembre 2015)