La storia

La Parrocchia dei Santi Giovanni Battista e Gemma Galgani, posta in periferia ad ovest della città di Bologna, fu istituita dal Card. Giacomo Lercaro il 2 aprile 1962, inglobando l’antica parrocchia di Medola.
Negli anni 50 si celebrava la S. Messa su un pullman trasformato in cappella, poi, a partire dal 1956, con l’arrivo di don Evaristo Stefanelli, che ha guidato la parrocchia per quasi 52 anni, fino alla fine del 2007, poco alla volta vennero costruiti oratorio, scuola materna, aule di catechismo, canonica, chiesa, salone e campanile, realizzando l’attuale complesso parrocchiale, che si svolge a ferro di cavallo con al centro il cortile per i ragazzi, completamente rinnovato nel 2011. L’attuale popolazione della parrocchia da qualche anno in espansione, benché con una significativa contrazione rispetto agli anni ’80-’90, è di oltre 6.000 abitanti.

LA CHIESA DI SANTA GEMMA GALGANI

La chiesa, progettata dall’architetto Vittorio Martinuzzi, venne inaugurata dal Card. Giacomo Lercaro nella notte di Natale del 1967 e consacrata dal card. Giacomo Biffi il 13 aprile del 1986.
Le sue linee fondamentali e portanti sono di cemento armato, intersecate e tamponate con pietra cotta sabbiata alla bolognese.
Lo stile basilicale a cui si riferisce, corredata da soluzioni corrispondenti alle regole della Costituzione Liturgica del Concilio Vaticano II, è solenne e suggestivo.
Le linee architettoniche, che si rastremano e si alzano sul presbiterio, evidenziano l’altare, luogo del Divin Sacrificio, in armonia con l’ambone, luoghi dell’incontro con il Signore Gesù Parola e Pane di Vita.
L’edificio chiesa, dal punto di vista architettonico, è stato concepito in modo da produrre effetti di luce tali da creare un posto raccolto e mistico.
Le sorgenti di luce seminascoste - come quelle sul presbiterio o nelle grandi aperture della facciata, dell’abside e delle pareti laterali - sono filtrate attraverso vetrate artistiche policrome così da renderla attenuata. L’uso saggio dei materiali usati nella fabbrica della Chiesa e l’eleganza delle sue linee, che a soffitto formano una croce, invitano il fedele a riconoscere la sacralità del luogo.

Altare

L’altare si trova al centro del grande presbiterio, costituito da una lastra di marmo delle cave della Macedonia che fa da mensa (300x100x20) e poggia su una base in pietra serena, le cui forme vogliono richiamare l’albero della vita del giardino dell’Eden. Sull’altare è issato un bel crocifisso (alto 3.50), pitturato a tempera, opera di Maurizia Vignoli.
L’altare non è un semplice arredo, ma il punto centrale della chiesa, perché vi si celebra la parte principale della Messa – la Liturgia eucaristica – cioè il memoriale della morte redentrice e della risurrezione di Gesù. In quanto segno permanente di Gesù e del suo sacrificio viene baciato e incensato. Pur nella varietà delle forme, deve essere di materiale solido e stabile. Viene "dedicato" con una celebrazione solenne riservata al Vescovo; vi si possono anche inserire reliquie di santi. L'altare è coperto da una tovaglia come una tavola, perché è la mensa del sacrificio e del convito pasquale che il Padre imbandisce per tutti i suoi figli nella casa comune. Gesù, infatti, presente sotto i segni del pane e del vino nel suo Corpo e nel suo Sangue, si offre a noi come nutrimento di vita eterna. L’altare diventa così anche segno e sorgente di carità e di unità. Per questo viene ornato con candelieri e fiori – a seconda dei vari tempi liturgici dell’anno – che sono segni visibili di onore e di festa.

Ambone

L’ambone, in pietra serena, che si protende verso la navata centrale, è il luogo dell’annuncio della Parola. Anch’esso in pietra serena, vuole richiamare l’albero della conoscenza del bene e del male del giardino dell’Eden da cui ricevere nella fede, senza la pretesa orgogliosa di impossessarsene.
Chi ascolta con fede la Parola di Dio, che dall’ambone viene proclamata e spiegata, può accedere alla piena comunione con Dio del giardino dell’Eden, rappresentato dall’area sopraelevata del presbiterio, e nutrirsi all’albero della Vita, simboleggiato dall’altare. 

Sede

La sede, posta a parete dell’abside da dove si abbraccia in un unico sguardo tutta l’assemblea, è in noce dell’800.

Battistero

Il battistero, in forma esagonale, ha al centro il fonte battesimale, costituito da un grande catino in marmo bianco, sostenuto da un capitello corinzio del I secolo a.C. di rara bellezza. Nelle vetrate sono riprodotti i segni tipici del sacramento del battesimo che qui viene amministrato.
Il battistero è il luogo in cui si trova il fonte battesimale per la amministrazione del  sacramento del Battesimo. Può essere una cappella interna alla chiesa o un edificio esterno ad essa. Si tratta comunque di un luogo distinto dall’aula della celebrazione, per significare che il Battesimo è il rito di ingresso nella comunità cristiana che nell’aula si raccoglie in assemblea di fede.

Acquasantiera

L’acquasantiera, in pietra serena di Varignana del 1500, è collocata accanto alla porta d’ingresso della chiesa.
L’acquasantiera è posta all’ingresso della chiesa e contiene l’acqua santa o acqua benedetta. Il cristiano quando entra è invitato ad attingervi per farsi il segno della Croce, così da ravvivare il ricordo del Battesimo, col quale è entrato a far parte della famiglia dei figli di Dio. Questo gesto assume quindi il significato di rispetto per il luogo sacro in cui si entra, di impegno a entrarvi con il cuore puro. E’ un gesto che va compiuto con la semplicità e la gioia di chi sente di casa e di famiglia.

Via Crucis

La Via Crucis, costituita di quattordici alto rilievi bronzati, opera di C. Vincenti, corre lungo tutto la navata laterale sotto un lunghissimo trave di cemento che le fa da baldacchino.

Quadri & Immagini

Sulla parete di destra si trovano due quadri, uno di C. Vincenzi (sec. XX), dedicato alla Nascita di Gesù, e l’altro a S. Antonio di Padova, attribuito ai Gandolfi (1600).
Sulla parete  dell’entrata vi sono due quadri, uno dedicato a S. Michele Arcangelo, che caccia il diavolo da Casteldebole (opera di C. Vincenzi) e l’altro dedicato a S. Giovanni Bosco (opera di C. Moscardini).
Sull’altare del Santissimo trovasi una bella immagine e relativa cornice della Beata Vergine delle Grazie (opera di D. Bonzani).

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